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martedì 6 novembre 2012

IL RESPIRO DEL TEMPO


IL RESPIRO DEL TEMPO
Ci sono luoghi che non sono solo fisici ma spazi dell’anima, dove si può ascoltare se lo si vuole veramente,  il respiro del Tempo.
La Sicilia barocca di Caltagirone, Vizzini, Ragusa Ibla, è uno di questi luoghi.
Ecco la notte magica di Caltagirone dove la Storia si impiglia fra le lastre di basalto delle strade, fra i palazzi baronali e le chiese barocche dall’aspetto magico e inquietante.



E che dire poi del tempo sospeso di Vizzini fra le cui strade Verga Immaginò forse ispirandosi a fatti realmente accaduti la sua celebre novella “La Cavalleria Rusticana”?


Ancora oggi la casa di Verga si affaccia sulla piazza con le sue pietre corrose dal tempo e dall’incuria...
Ogni strada, ogni vicolo, ha impresso il segno della storia, e il tempo sembra scorrere più lentamente con ritmi del tutto diversi e particolari.
C’è è una bellezza decadente in queste case più o meno ben conservate, nei palazzi baronali che sembrano ancora risuonare degli antichi fasti. Chiudendo gli occhi potremmo immaginare dame dai vestiti eleganti  e gentiluomini con tuba e bastone prepararsi a salire su ricche carrozze guidate da austeri cocchieri, pronte a varcare gli antichi ed ampi portoni.


E nei vicoli le case basse del popolo, le botteghe degli artigiani, donne e uomini davanti alle porte impegnati nel vivere quotidiano...



E quelle chiese bellissime, ricche di fregi, di marmi e di statue, svettanti contro il cielo a magnificare la grandezza di Dio...
Ineguagliabile è il fascino malinconico di Ibla con la sua grande piazza su cui domina maestosa la cattedrale, altissima e bellissima..
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La Sicilia barocca è un museo a cielo aperto che il mondo ci invidia.



Una ricchezza che ci appartiene con cui pochi Paesi per non dire nessuno, può competere.
Una bellezza che noi sconosciamo, trascuriamo, roviniamo, cercando inutili e impossibili traguardi in settori in cui saremo sempre perdenti.
Mi è difficile capire perché l’Italia e la Sicilia in particolare non investano sulle bellezze architettoniche e paesaggistiche, sul turismo e sulla cultura. E non dico ora  che attraversiamo questa crisi epocale, ma da sempre.
C’è una insensibilità diffusa nelle classi dirigenti e nella gente stessa.
I nostri centri storici stanno morendo. Spariscono le piccole botteghe artigiane, i negozietti, perfino i bar. Gli anziani chiudono l’attività perché non riescono a sostenerne i costi e non ci sono giovani disposti a continuarla. La generazione così detta “produttiva” se ne va, lasciando dietro di se solo vecchi e giovanissimi.
La vita ha lasciato i centri storici ai sempre più rari turisti stranieri per i quali resistono solo negozietti di souvenir.
I centri commerciali sono diventati i parchi giochi del nuovo millennio.

Cattedrali nel deserto del consumismo, dove gente sempre più annoiata si rifugia per fare scorrere il tempo.
Centri commerciali tutti uguali che vendono praticamente le stesse cose disposte nello stesso modo, con parcheggi megagalattici sovradimensionati che danno il senso dello squallore di quest’epoca senza sogni e senza ideali.
La speranza langue fra le braccia conserte di commesse e commessi inoperosi fra avventori che passeggiano guardando con poco interesse senza comprare nulla.
Tutto questo lascia al viaggiatore un senso di insopprimibile malinconia. di spreco a cui non c’è rimedio. E noi siamo ancora fortunati di poter apprezzare tutte queste cose destinate a scomparire e a deteriorarsi. I nostri figli, i nostri nipoti ai quali non siamo riusciti a trasmettere il gusto e l’interesse per tutto questo, per la bellezza della Storia e della Cultura non avranno neanche queste vestigia, ma solo il mondo virtuale e arido dei video giochi e di internet.

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