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martedì 31 luglio 2012

A PASSI LENTI VERSO L'INFERNO...

Scrivi.com:

Il terremoto mi ha sorpreso sul fare dell’alba.
Prima ondulatorio, poi sussultorio, le scosse non sembravano forti, ma sono bastate a svegliarmi.
Non ero particolarmente spaventato, neanche mi sono alzato, tuttavia non è stato facile riaddormentarmi.

Questa mattina, ascoltando alla radio il notiziario delle 8.30, ho saputo che il sisma era del settimo grado della scala  Richter  con epicentro in profondità, a largo del litorale ionico della Basilicata.
Per fortuna non ci sono stati molti danni né vittime. Cornicioni caduti, qualche crepa, molta paura.
Avrei dimenticato la cosa, se non mi avesse colpito un trafiletto che ho letto sulla Gazzetta. 
Una delegazione di specialisti è stata inviata nel metapontino, nel luogo dove si trova interrato, il deposito di scorie nucleari, per compiere delle osservazioni e dei controlli, per verificare che il terremoto non abbia provocato danni nella struttura. 
A quanto pare c’è stata una interrogazione parlamentare da parte di alcuni deputati dell’opposizione…

Non so perché, ma comincio a sentirmi in ansia, soprattutto a causa del fatto che né i principali quotidiani né radio e televisione,sono tornati sull’argomento. Ormai sono passati due giorni.
Sui risultati dei controlli, silenzio assoluto.
Cerco sul web qualche sito di informazione alternativa per avere notizie. 
Ho trovato qualcosa sulla situazione idrogeologica della zona interessata. Accidenti! C’è da preoccuparsi! Comunque non sono notizie nuove. 
Il sito si trova in una zona sismica, ricca di falde acquifere e piuttosto popolata. Già all’epoca della sua costruzione c’erano state proteste violentissime, al punto che il governo fu costretto a mandare l’esercito a presidiare il sito dagli attacchi dei manifestanti, per permettere l’arrivo dei materiali e degli operai. C’erano stati tafferugli e perfino dei feriti, per un soffio si era sfiorata la tragedia.
Purtroppo gli interessi economici in ballo erano enormi. 
La Basilicata si apprestava a diventare la più grande pattumiera di scorie nucleari dell’Europa, con oltre 80000 metri cubi di materiale altamente radioattivo, seppelliti nel suo territorio. Le scorie radioattive si univano ai rifiuti tossici ospedalieri, provenienti da tutt’Italia e forse anche dall’estero, inceneriti nello stabilimento della” Fenice”,costruito alcuni anni prima nel nord della regione, anche allora nonostante le vibranti proteste della popolazione locale.
Comincio a temere che il sisma abbia potuto provocare dei danni nella struttura del deposito di scorie nucleari. Le conseguenze potrebbero essere terrificanti.

E’ passata quasi una settimana e cominciano a suonare i primi campanelli d’allarme.
Viene data la notizia, in sordina,che la zona interessata è stata isolata per un raggio di sessanta chilometri. Sui motivi, silenzio assoluto.
Ho dovuto passare al setaccio tutte le agenzie di stampa, per sapere che si è verificata una strana moria di animali, sulla quale si stanno compiendo degli accertamenti.
Il silenzio colpevole delle fonti governative tuttavia continua…

A una settimana dal sisma, cominciano a trapelare notizie su un aumento di ricoveri negli ospedali della zona, di persone che accusano malesseri gastrointestinali e di natura respiratoria.
Nonostante i tentativi di passare la cosa sotto silenzio, è ormai chiaro che qualcosa di molto grave sta succedendo. Sono molto preoccupato.

La bomba è esplosa! La troupe televisiva di un emittente inglese che si era recata sul posto per girare un sevizio, ha trovato che, praticamente, è stato creato dall’esercito, un cordone sanitario, che isola la parte sud della regione dal resto dell’Italia.
A questo punto le notizie si susseguono a valanga. Gli ospedali e i pronto soccorso, sono pieni di persone con terribili ulcerazioni sulla pelle ed emorragie interne. 
A due settimane dal sisma, cominciano i primi morti per avvelenamento del sangue.
I paesi limitrofi alla zona del sito sono stati evacuati in tutta fretta, ma ormai la Basilicata sembra una zona di guerra. Io vivo in Sicilia, sono abbastanza lontano?

Comincia l’esodo di centinaia di persone che lasciano le loro case, i loro paesi, per sfuggire alla morte nucleare. Vedo in televisione, code interminabili di auto su tutte le strade. La rete autostradale è completamente in tilt. Il Governo è nel caos. Non sanno dove accogliere i profughi. Anche le regioni vicine sono in allerta, soprattutto la Calabria. 
E’ chiaro che hanno perso il controllo della situazione…

Oggi ci sono state innumerevoli edizioni speciali del telegiornale. Pare che i gas emessi dalle scorie nucleari, e fuoriusciti dalle crepe della struttura di contenimento, venendo a contatto con l’ossigeno presente nell’acqua delle falde acquifere, abbiano provocato delle violente esplosioni…

La Basilicata è in fiamme, ormai sono giorni che brucia. Le esplosioni sotterranee hanno aperto la strada ai gas radioattivi che sono saliti in superficie, esplodendo al momento del contatto con l’ossigeno dell’aria.
Si è perso il conto dei morti. Tutto il mondo guarda sgomento questo immane disastro ambientale.
L’Italia meridionale è nel caos. Non si sa dove possa essere arrivata la contaminazione nucleare. Le falde acquifere sono probabilmente compromesse, come anche il mar Ionio. Probabilmente però neanche il resto dell’Italia è al sicuro, dove porteranno i venti, i gas tossici prodotti dalle esplosioni?
Tutti i Paesi che si affacciano sul bacino del mediterraneo sono in allerta…
Che immane disastro… Nessuno di noi può salvarsi ormai….

Che strano silenzio in quest’alba livida. Anche qui ormai le strade sono deserte. Altoparlanti avvisano la popolazione di uscire di casa solo se indispensabile e di non aprire le finestre. Come se fosse possibile, come se ci potesse salvare…
I bollettini radiofonici e televisivi, si susseguono ogni quarto d’ora. Gli incendi in Basilicata sembrano ormai sotto controllo, tuttavia l’aria è irrespirabile, il terreno è contaminato e lo rimarrà per decenni. 
Che strano pensarci oggi! Non lo facevo da così tanto tempo ormai! Mi ricordo la Murgia della mia infanzia lontana, e, dietro, i Sassi, e ancora più lontano le ondulazioni spoglie della mia terra, che riflettevano un tramonto incredibile chiazzato di sangue vivo…

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