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lunedì 23 luglio 2012

Anna Robbe - COM’è CHIARA LA NOTTE

Anna Robbe - COM’è CHIARA LA NOTTE:


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Come è chiara questa notte e senza vento. Nessun suono nell’aria trasparente. Le stelle come schegge di vetro nel velluto nero del cielo. Io sull’orlo del silenzio a macinare pensieri, ferma, immobile, con il cuore nel fosso di una tristezza che non lascia scampo.
Deve essere questa abitudine all’infelicità, questa insofferenza sottile che mi prende un po’ così, quando il fluire della vita si interrompe in attimi sospesi come questo, in cui non ci sono rumori di parole e di persone a distrarmi da me stessa, dal mio vivere lento, inconsistente, vuoto…
E mi affanno a cercare emozioni che non vengono, gli sprazzi di gioia che ho dimenticato, sepolti in un passato così lontano da sembrare finto. Il gusto della vita, perduto da tempo, diventa un’espressione banale, frustra, come le frasi dei baci Perugina, una cosa così tanto per dire.
Un amore. Facile a dirsi, un amore. Come se fosse semplice a provarlo, un amore, e non un regalo dell’anima, raro, prezioso, impossibile. Impossibile per me che ho l’anima imprigionata in una morsa di ghiaccio, che solo tornando indietro di vent’anni riesco a ricordare come ero quando lo provai l’amore…Adesso no, adesso è troppo tardi. Troppi anni, troppe rughe sul cuore. E’ troppo tardi ormai. Ma mi illudevo quando ti vidi per la prima volta con altri occhi, dopo che già ti conoscevo da tempo, un sorriso simpatico, occhi ammiccanti in un viso piacevole. E tu? Non sono mai penetrata al di la del tuo sguardo amichevole. Non ho mai percepito qualcosa al di la del tuo
parlare leggero, dei tuoi discorsi noncuranti e fuggevoli. Non lo so. Non ho coraggio io. 
Un fremito però l’ ho sentito, ad un tratto, come il battito delle ali di una farfalla. Un attimo e non c’era più.
Cosa sarà stato? Un tuo sguardo particolare di cui razionalmente non mi accorsi? Un’inflessione strana della tua voce nel parlarmi? Da quel momento “ ti ho visto”. Ho visto in te l’amore che ancora desideravo, o meglio la possibilità dell’amore, una volta ancora, una volta soltanto…
E tu? Cosa c’entravi tu in tutto questo? Con queste mie fantasie, con questo mio desiderio? 
Ignaro di tutto o peggio, testimone indifferente, continuavi la tua vita che ti ha portato poi lontano da me.
Sempre così i miei amori. Uomini troppo egoisti, o troppo bambini, o troppo lontani, o troppo e basta. Sembra che mai io abbia amato uomini che potessero o volessero ricambiare. Ma forse era questo che volevo, tanto l’amore mi ha sempre fatto paura.
E continuo a rotolarmi nel pensiero inutile di te, mischiando immagini e parole per adattarle ai miei sterili desideri. Questo pensare e ripensare, immaginare e sognare, è così estenuante, così avvilente.
Sono sicura che se per assurdo ci trovassimo io e te, insieme a tu per tu, senza gli inutili paraventi delle convenienze. Se ci trovassimo, dico, indifesi dai nostri desideri, posto che tu mi desideri è ovvio, mi ritrarrei spaventata e incerta, al di qua del confine che separa il desiderio dalla sua realizzazione, tanto mi farebbe paura amarti veramente.
Nei sentimenti, ho avuto la vita che volevo; pochi dolori, pochissime passioni. All’oceano della vita, ho preferito il laghetto stagnante delle mie sicurezze. Di che mi lamento ora?
Quando ti vedo si rinnova la sottile sofferenza di non averti. Mi ci sto abituando, forse. Non è difficile sai. Sempre più facile che rischiare il tuo rifiuto e la mia umiliazione.
Siamo qui adesso, fermi, né veramente amici, né amanti. Ma non ti vedo quasi, per settimane, mesi, così è più facile dopo tutto…
E se un giorno ti vedessi arrivare, con quel tuo passo quasi impacciato, gli occhi brillanti di un’allegria bugiarda, posata come una maschera, sul tuo viso di sempre. Se un giorno, dico, così tanto per dire, io ti venissi incontro con il coraggio in tasca di guardarti davvero con gli occhi del mio amore, che faremmo allora io e te che siamo naufraghi di esistenze bloccate, di sentimenti intorpiditi, di paure invincibili?
Non so nemmeno immaginarlo quel che faremmo allora. Nei miei pensieri mi fermo prima del limite. Sarà così per sempre? O ci sarà un momento che il destino mi regalerà una scheggia di sogno? O forse semplicemente mi stancherò di te, di pensarti invano, di aspettarti invano…

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